giovedì 24 settembre 2009

Reato di monacotibetanità

“Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.”


Lettera a Il Giornale del 15/09/09 (via Phonkmeister)

Da notare come i paesi a cui questo lettore si ispira nella ricerca di soluzioni possibili non abbiano esattamente una forte tradizione liberista.

UPDATE 30/09
Per correttezza, qui la risposta di Cervi, non visibile sulla versione online.

2 commenti:

MarcoB ha detto...

Diomio...

"Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso"

e

"Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier"

sono agghiaccianti...

Garp ha detto...

Frasi del genere mi fanno incazzare quando fanno riferimento a cose su cui sono d'accordo, figuriamoci in questo caso.

La risposta di Cervi è per fortuna più ragionevole, anche se sembra fin troppo accondiscendente visti i toni della mail iniziale ("capisco le pusioni emotive", "le bastonate generano martiri", evitiamo di dare una mano agli specialisti di queste sceneggiate")